top of page
The white show, 2020, Finestra in ferro

Thishumanidentity

Attraverso un’esplorazione di forme linguistiche che comprendono fotografia, pittura e installazione l’artista indaga

la frammentazione dell’identità individuale e collettiva, ormai privata dal senso di appartenenza al lato mistico e trascendentale della vita stessa.

L’accento viene posto sulla ricerca di una spiritualità sommersa e scura che affiora allorché simboli di carattere religioso incontrano oggetti di uso comune. 

La contrarietà degli elementi forzatamente uniti è capace di creare una tensione emotiva, una destabilizzazione a livello percettivo. 

La comprensione razionale viene a cadere ed è in questo momento che si svela il sopra-naturale, quell’energia che ognuno possiede capace di andare oltre l’apparenza fisica delle cose,  oltre l'ordine della natura o delle leggi della fisica in un ricongiungimento con il lato spirituale della vita stessa.

Nel progetto ThisHumanIdentity trova grande spazio l’indagine sulla malattia mentale e il suo rapporto con la sacralità della vita in ogni sua forma. L’artista utilizza reperti provenienti da realtà estreme come ex manicomi abbandonati con i quali crea installazioni ed ambienti veri e propri decontestualizzati dal loro luogo di origine, stimolando nuovi interrogativi e ponendo l’accento su uno dei lati più oscuri della personalità umana. In un approccio lento e immersivo lo spettatore è invitato a decifrare dei messaggi,  a cogliere l’eccezionale anche quando negativo, quando questo coincide con la parola reclusione, isolamento, perdita dell’IO.

Di_soltanto_una_parola_e_io_sarò_salvato
Schermata 2021-02-11 alle 15.46.53.png
Schermata 2021-02-11 alle 15.46.37.png
newrendering3.jpg
old vestito 2.jpg
old vestito 1.jpg
Di_soltanto_una_parola_ed_io_sarò_salvat
Dì soltanto una parola, 2020, installazi
Donatella Izzo, Sweet medicine, 2020, St
The mentalist room, 2020 installazione c
la reazione 2.jpeg
image00011.jpeg
bottom of page